The FighterTitolo Originale: id.
Regia David O. Russell
Interpreti Mark Wahlberg, Christian Bale, Amy Adams, Melissa Leo, Jack McGee
Soggetto Paul Tamasy, Eric Johnson e Keith Dorrington
Sceneggiatura Scott Silver, Paul Tamasy e Eric Johnson
Colonna Sonora Michael Brook
Produzione U.S.A. 2010
Durata 112 minuti
FILM VINCITORE DI 2 OSCAR PER: miglior attore non protagonista (Christian Bale), migliore attrice non protagonista (Melissa Leo) Trama Ambientato a Lowell nel Massachussets a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, l’intenso biopic diretto dal redivivo David. O. Russell e co-prodotto dallo stesso attore protagonista Mark Wahlberg ripercorre le alterne vicende del pugile Micky Ward e del fratellastro Dicky Eklund, un tempo soprannominato «l’orgoglio di Lowell» ma in seguito perdutosi negli oscuri meandri di un’intossicazione da crack. Micky si mantiene a stento con il suo lavoro vivendo in una delle tante casette tutte uguali, separato più per necessità che per scelta dalla turbolenta vita in comune tra Dicky, le numerose sorelle e la vulcanica madre Alice, manager dei figli pugili, che tuttavia non riesce a scegliere per Micky un incontro che gli conferisca la dignità che merita. La storia autentica narrata dal film di Owen Russell è infatti soprattutto la fotocronaca amara e disincantata di un percorso di vita alla ricerca della propria identità come essere umano prima ancora che come pugile. Essenziale in questo senso si pone la dialettica tra i due fratelli, innestata in situazioni tragicomiche nel rapporto tormentato con la loro fortissima mamma Alice, su cui difficilmente riescono ad imporsi. Nel drammatico tracciato delle due vite in gioco s’inserisce la tenera storia d’amore di Micky con Charlene Fleming, avvenente barista dai burrascosi trascorsi, interpretata con grinta e carisma da Amy Adams (la timida ma volitiva Suor James de
Il Dubbio ).
CommentoSono proprio le squisite performance del cast a costituire l’ossatura portante di tutto il film. Al di là del naturale pathos, insito nella storia vera che viene raccontata con realismo e partecipazione dalla macchina da presa volutamente instabile del regista, che ha trasmesso nel suo lavoro un po’ di se stesso e delle sue esperienze familiari (soprattutto nella carismatica figura della madre) il lungometraggio è tutto giocato sulle straordinarie interpretazioni degli attori e delle attrici coinvolte.
Su tutti spicca ovviamente l’indiscusso talento del neo-premiato con l’ambita statuetta degli Academy Awards: un intenso e concentrato Christian Bale, motivato dalla scelta del collega e amico Mark Wahlberg, caduta su di lui dopo una snervante e spesso infruttuosa ricerca del co-protagonista, essenziale per trasporre sullo schermo tutto il dramma umano dei due fratelli che sfocia nella loro meritata riscossa. Come un elegante trasformista, un consumato camaleonte dalle mille risorse e potenzialità, Chris Bale si cala totalmente e naturalmente nei panni di Dicky Eklund, riproducendone movenze, atteggiamenti, tic e smorfie, tragiche deviazioni da tossicodipendente.
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